Come ogni anno proviamo a creare percorsi di visione che spaziano tra le varie sezioni di cortometraggi presenti al Trieste Science+Fiction Festival, per creare un filo rosso tra le diverse visioni della fantascienza.
MEMORIA
Costantemente iperstimolati, sovraccaricati, ci concediamo poco tempo per lasciar sedimentare le informazioni ed elaborarle. L’attenzione è attratta in un perpetuo vortice di distrazioni mentre demandiamo la narrazione delle nostre storie a strumenti che le cuciono insieme in patchwork digitali. Incapaci di assumerci la responsabilità delle nostre azioni proviamo a gettare uno sguardo sul futuro per minimizzare il rischio derivante da ogni possibile scelta. A questo punto, il progressivo invecchiamento della popolazione mondiale ed il divario tra le generazioni, esperienziale e linguistico, che effetto avrà sulla nostra memoria, così fragile e così facilmente manipolabile?
SOCIALITÀ
Troppo impegnati a costruire avatar ideali per fuggire ad una vita che ci sta stretta, cerchiamo nuovi spazi da colonizzare, illudendoci che corpo e mente siano separati. Vittime di noi stessi e dei miti che contribuiamo a creare, cerchiamo una socialità che non possa ferirci e da poter spegnere con un click, mentre, spaventati dalla nostra immagine distrutta e ricostruita attraverso una webcam, continuiamo a fidarci dei consigli dello “specchio delle brame”. Una vita nel mondo reale, può moltiplicarsi esponenzialmente in quello virtuale. Eppure le ricadute sono inversamente proporzionali.
DIVERSITÀ
La diversità è una ricchezza. La diversità è una risorsa inestimabile ma a volte spaventosa, perché ci mette in discussione: scoprire che oltre i confini del nostro corpo ci sono altri essere senzienti è una tremenda epifania. Per questo motivo c’è chi cerca di cancellare le differenze e chi lotta per affermarle, confondendo personalità e diritti.
FINE DEL MONDO/ECOLOGIA
La “fine” è un concetto di difficile elaborazione, come il suo opposto: l’infinito. Quando pensiamo alla fine del mondo, di solito lo facciamo in senso antropologico, facendolo coincidere con la fine dell’umanità. Per questo abbiamo da sempre cercato di sconfiggere la morte in tutti i modi possibili, con la religione, la filosofia, la tecnologia.
Eppure, immersa nei movimenti complessi e costanti dell’universo, l’umanità è un elemento fragile che mette a rischio la sua stessa esistenza in nome del profitto, un concetto artificiale che viene spacciato per dogma assoluto, sacrificando il proprio futuro in cambio di un egoistico presente.