Trieste Science+Fiction Festival, la principale manifestazione italiana dedicata alla fantascienza in programma nel capoluogo giuliano dal 29 ottobre al 3 novembre, svela il poster dell’attesissima edizione 2019: un disegno originale realizzato dell’illustratore e fumettista italiano Jacopo Starace, che col suo stile visionario e immaginifico realizza un manifesto sospeso tra sogno e utopia.
Classe 1989, dopo cinque anni di Liceo Artistico Jacopo Starace si laurea in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. Durante gli anni dell’università scopre che sotto la coltre di nebbia cittadina respira un panorama galattico di illustratori e fumettisti incredibili. Affascinato, decide di catapultarsi in quel mondo assurdo. Fa capolino pubblicando fumetti sul web. Negli anni lavora per alcune case editrici come Sergio Bonelli Editore (Orfani), Passenger Press (Stazione 31) e Comicon Edizioni (Abissi Tascabili), riviste del settore (LuchaLibre – Pelo Megazine), pagine di fumetto online (Kersos, Wilder) e società di preservativi che credono in lui (Control Italia).
Lavora tutt’ora come copertinista per alcuni editori di libri di narrativa e saggistica (Editore XY.IT e Moscabianca) e disegna Live ai festival (MIAMI Festival 2018 e Torino Graphic Days 2018). Nel 2018 entra a far parte di Progetto Stigma. Nel 2019 pubblica il suo primo libro autoriale per Progetto Stigma/Eris Edizioni, “INN”. Ad oggi si affaccia su questo sistema planetario mega stravagante, proprio come un bimbo guarda con meraviglia una fabbrica di gelatini.
“La mia idea di fantascienza racconta l’evoluzione dei luoghi d’incontro e di aggregazione” – spiega l’illustratore Jacopo Starace – “Se in passato abbiamo avuto Horti, Salotti e Café, oggi immagino un grande convivio informatico in cui la coscienza collettiva dà origine alla “grande rete”, zona di conoscenza e libertà ma anche di dubbio e menzogna. I nostri apparecchi spalancano finestrelle luminose da cui assorbiamo un nettare mediatico gustoso ma a quale prezzo? Informazioni di ogni genere riposano con noi nel nostro nido di comfort, in attesa di essere assimilate e riproposte ad altre persone in una continua esplosione di incontri e scontri ideologici, tale e quale al big bang universale. Che sia questo incontro un nuovo inizio glorioso, un nuovo step evolutivo per il grande cervello? Oppure il principio di una prima grande glaciazione informatica?”