Grande apertura per celebrare i cinquant’anni di Star Trek con la proiezione in anteprima italiana di For the Love of Spock (ore 17.00 – Sala Tripcovich) di Adam Nimoy, figlio dell’attore Leonard Nimoy, il mitico Spock della serie cult Star Trek.
Un documentario unico nel suo genere, che appassionerà i fan di Star Trek di tutto il mondo, e che racconta la vita di Spock e di Leonard Nimoy, l’attore che gli ha prestato il volto per cinquant’anni. For the Love of Spock è l’omaggio che Trieste Science+Fiction Festival ha voluto dedicare ad una delle serie televisive più importanti di sempre e a Spock, la sua inconfondibile icona pop, raccontati da una prospettiva privilegiata.
Per la gioia di tutti gli appassionati della serie Adam Nimoy sarà tra gli ospiti della manifestazione, assieme a Terry Farrell, l’amatissima Jadzia Dax di Star Trek: Deep Space Nine. L’appuntamento con il pubblico è alle 15.00 presso il Magazzino delle idee (ingresso libero, sino ad esaurimento posti), un’occasione unica per incontrare Adam Nimoy e Terry Farrell e celebrare la mitica serie e i suoi protagonisti.
Alle 20.30 il Festival aprirà ufficialmente con l’anteprima italiana di Morgan firmato dal figlio di Ridley Scott, Luke Scott.
Morgan è il prossimo stadio dell’evoluzione umana. Ma l’evoluzione può essere una cosa pericolosa: cosa succede quando la creatura surclassa il suo creatore? E da quale parte stare: quella di questo prodigio dell’ingegneria genetica o quella dell’azienda che ne supervisiona lo sviluppo? Nel cast stellare: Kate Mara, Anya Taylor-Joy, Paul Giamatti, Toby Jones, Michelle Yeoh e Jennifer Jason Leigh. La musica è di Max Richter.
Nel corso della prima giornata altre sorprese, a partire dai primi titoli della Sezione Fant’Italia, che quest’anno celebra la ricorrenza dei 40 anni della pioneristica rassegna curata da Lorenzo Codelli e Giuseppe Lippi, proponendo una cinquina di titoli che, come molti loro illustri predecessori, contemporanei e discendenti, hanno dato lustro al fantastico italiano nel mondo. Domani sarà la giornata de La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati, Il gatto a nove code di Dario Argento, entrambi presentati in copie 35mm “vintage” in collaborazione con la CSC-Cineteca Nazionale, e di Baba Yaga di Roberto Farina, omaggio ad un geniale regista, recentemente scomparso.
E ancora. L’atteso Fuori Concorso I Am not a Serial Killer di Billy O’Brien, storia di un ragazzo incapace di amare che combatte un mostro che uccide per amore; e un grande classico della cinematografia d’oltre cortina come il pionieristico film di Jindřich Polák Ikarie XB 1.
Inaugurano, inoltre, anche due mostre: Blatta alle 17 al Teatro Miela e Pulp Magazines Story alla Sala Ex Aiat, in piazza Unità alle 16. Blatta, la miniserie di Daniele Ciprì presentata all’interno di Spazio Italia, prende vita dalle pagine della graphic novel creata da Alberto Ponticelli, un affascinante affresco distopico dalle rarefatte atmosfere neo-noir, a metà tra Mad Max e High-Rise. Le tavole originali in mostra donano al Trieste Science+Fiction Festival una visione di fantascienza sporca e soffocante, testimoni di un possibile futuro che ognuno di noi vorrebbe evitare. La mostra è parte integrante di un progetto crossmediale che miscela arti illustrative, performance dal vivo e serialità cinematografica, realizzato da Parsec Teatro e Grey Ladder, con il sostegno di Compagnia di San Paolo.
La mostra Pulp Magazines Story espone parte della ricca collezione di Riccardo Valla (1942-2013), tra i massimi studiosi e operatori editoriali nell’ambito della fantascienza in Italia, amico e stretto collaboratore del Muƒant. Con il termine Pulp venivano definite all’inizio del XX secolo le riviste a poco prezzo di narrativa popolare. Il nome deriva dalla polpa di legno dalla quale si ricavava la carta a basso costo sulla quale erano stampati. È su queste pubblicazioni che si sviluppano i principali generi dell’immaginario novecentesco: il poliziesco, il romanzo rosa, l’horror e, ovviamente, la fantascienza.