Aprite quella porta!

Sabato 2 novembre 2024
17.15
Sala Xenia

Saturday 2nd november 2024
17.15
Sala Xenia

Tullio Avoledo

Ci sono grandi scrittori che sono anche grandi esploratori. Uomini e donne che hanno aperto strade e rotte verso nuovi mondi. Penso a Jonathan Swift, a R. R. Tolkien, a Jack Vance, Stephen King e George Martin, per nominarne alcuni. Ma anche a Orwell. Generatori di universi in cui l’umanità ha abitato e abita ancora. E non importa se sono mondi immaginari: la realtà è sopravvalutata…


Open that door!

There are great authors who are great explorers as well. Men and women who have opened paths and routes towards new worlds. I’m thinking of Jonathan Swift, R. R. Tolkien, Jack Vance, Stephen King and George Martin, just to mention some of them. But also Orwell. Creators of universes where mankind has lived, and still does. No matter if they are imaginary worlds: reality is overrated…

Tullio Avoledo, 67 anni, cittadino della galassia, ha esordito nel 2003 con “L’elenco telefonico di Atlantide”. Sono seguiti altri 17 romanzi, perennemente in bilico tra noir e fantascienza. Gli ultimi quattro, pubblicati da Marsilio, sono dedicati alle avventure parallele di due investigatori, Marco Ferrari e Sergio Stokar, che l’autore nel 2023 ha riunito nel romanzo I cani della pioggia, che li vede agire insieme in una mission impossible nel feroce scenario dell’Ucraina invasa, con un finale dichiaratamente ispirato al ciclo dei Dorsai. Sono nate per amicizia e per puro divertimento le sue collaborazioni con il tastierista dei Subsonica Davide “Boosta” Dileo (con il quale nel 2011 ha scritto a quattro mani il thriller SF apocalittico Un buon posto per morire) e con il russo Dmitrij Glukhovskij, al cui ciclo narrativo di “Metro 2035” Avoledo ha collaborato con tre romanzi tradotti in russo, tedesco, polacco e ungherese. Uno di questi, Il conclave delle tenebre, è curiosamente ancora inedito in Italia. E in Russia ora è proibito. Avoledo vive da sempre in un universo parallelo che anticipa di un paio d’anni il nostro tranne che per i numeri del lotto. Non ci fosse stata la pandemia, oggi insegnerebbe fantascienza in un’università cinese. Se avesse un gatto lo chiamerebbe Schrödinger.

Ingresso libero

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