Jindrich Polak
Cecoslovacchia 1963, 84′
Sull’onda del suo film per bambini Klaun Ferdindand a Raketa (1962) e senza dubbio su quella del succeesso sovietico di Planeta Burg (1962), Polak ha realizzato questo racconto piuttosto asettico di una spedizione internazionale che lascia il proprio mondo automatizzato del venticinquesimo secolo, su una nave spaziale comandata da Abajev, alla ricerca di un mondo “verde”, nella versione inglese, un mondo “bianco” in quella originale. Si imbattono in un’astronave abbandonata contenente i cadaveri di equipaggio e passeggeri, morti ormai da secoli – un episodio ripreso con un effetto più inquietante in Alien (1979). Il film è freddo e distaccato, come se i personaggi e il loro mondo fossero visti da una prospettiva completamente distante. […] La versione USA di questo film ceco, doppiata, ridotta a sessantacinque minuti e intitolata Voyage to the End of the Universe, ha una scena aggiunta nel finale, probabilmente per spiegare perché la versione inglese parli della ricerca di un mondo “verde” invece che “bianco”: mentre la navicella si avvicina a destinazione, i suoi occupanti guardano fuori e vedono… la Statua della Libertà..
Following on from his own children’s film Klaun Ferdinand a Raketa (1962) and, no doubt, from the Soviet success Planeta Burg (1962), Polak made this somewhat clinical account of an international group who leave their automated, 25th-century world in a spaceship, commanded by Abajev, in search of a “green” world according to the English version, a “white” world according to the original. They run into an abandoned spacecraft with the corpses of crew and passengers, dead for hundreds of years – an event repeated to more eerie effect in Alien (1979). The film is cool and detached, as if the characters and their world are seen from a totally uninvolved position. […] The US version of this Czech film, dubbed, cut to sixty-five minutes and titled Voyage to the End of the Universe, added a scene at the end of the film, possibly explaining why the English version mentions the search for a “green” planet instead of a “white” one: as the spacecraft nears its destination, the occupants look out and are made to see… the Statue of Liberty.