Il critico cinematografico Pier Maria Bocchi ci ha fatto dono di questa illuminante riflessione su Open Windows di Nacho Vigalondo, film presente nella selezione ufficiale del Trieste Science+Fiction di quest’anno!
“ci sono pochissimi titoli per ora nel mio elenco dei migliori dell’anno, ma ci metto di certo questo;
ho deciso che Nacho Vigalondo, dopo Los cronocrímenes e Extraterrestre, è uno coi controcazzi;
all’inizio lascia perplessi e abbastanza esterrefatti, ma più va avanti e più mi esalta.
e se qualcuno dice “hitchcockiano”, lo meno;
è un film sulla sparizione dello sguardo e del “fuoco”, e insieme sullo sparire come unica risorsa per una dichiarazione di realtà;
esattamente come il Sils Maria di Assayas (anche se non ne raggiunge le vette, beninteso) e come il Birdman di Infraditu (al cui confronto, però, questo è un gigante);
ed è un film-origami, un film-matrioska, che più lo apri e più si apre a forme, specchi, verità e falsità;
un film depalmiano, ben più che hitchcockiano, di finissima teoria post-tutto, totalmente contemporaneo ma anzi post-contemporaneo, vicino all’apocalisse (della visione, dell’attenzione, dell’occhio, altro che Michael Bay!).
ed è anche un thriller, prima o dopo di tutto, post-tutto, che si rilancia in continuazione, negandosi e rifacendo se stesso, e che riesce addirittura a far paura, e a inventarsi scene pazzesche (occhio a quella del bagagliaio!);
e la scelta di Sasha Grey non solo è geniale, ma implica anche una riflessione più lucida e pertinente (oltre che più originale) di quella che cercò di realizzare Soderbergh 5 anni fa.
ecco”.
Pier Maria Bocchi