Un ragazzo convinto di essere un vampiro trasloca dal cugino, ben più vecchio di lui e molto ostile nei sui confronti, in una cittadina della Pennsylvania dove cerca di redimere la sua dipendenza dal sangue.
Storia vivente che diventa morta e poi torna vivente. È il papà degli zombie, le sue creature predilette. Quelle che, se potessero, lo circonderebbero per mangiargli, insaziabili, il succulento cervello da cineasta. Oggi, lo sappiamo, George A. Romero prova pietà per queste figure spaventose e ripugnanti del cinema fantastico. Perché per lui, queste sagome che tornano a camminare, dall’alba al tramonto, sulla terra rappresentano la ragione negata. Ciò che di peggiore più capitare all’uomo.
A young man, who believes himself to be a vampire, goes to live with his elderly and hostile cousin in a small Pennsylvania town where he tries to satisfy his blood-craving urges.
Living story becoming dead and then living again. He is the zombies’ father. Zombies are his favorite creatures, which, if possible, would surround him to eat his juicy filmmaker’s brain. Now – we all know that – George A. Romero pities these scary and horrific figures typical of the fantastic cinema. To him, in fact, these figures coming back to walk from dawn to dusk are the denied reason. It is the worst thing that could happen to man.