Un commissario di polizia indaga sul misterioso omicidio di una ragazza, assassinata nel vagone di un tram durante una corsa notturna. L’episodio diretto da Argento rispecchia le sue idee già esposte nei primi tre lungometraggi. Partendo da una situazione eliminata dalla sceneggiatura originale de L’uccello dalle piume di cristallo, il regista romano, che qui si firma Sirio Bernadotte (in quanto all’epoca non voleva sminuire la propria immagine apparendo come regista di telefilm) per raccontare l’indagine condotta dal commissario, fa ampio uso degli elementi che contribuirono al successo dei suoi primi film: inquadrature studiate e ricercate, ossessione per il dettaglio (i tic del protagonista, che si schiocca continuamente le dita mentre pensa a come risolvere il rompicapo), martellante musica jazz di Gaslini, uso delle soggettive per generare curiosità e mistero, il “particolare” fondamentale che il protagonista non riesce a decodificare, ironia e umorismo di fondo che pervadono il film (la descrizione di alcuni sospettati, la sequenza del mitomane, le gaffe di Morini, sempre bersagliato da Giordani), la risoluzione di momenti drammatici con brevissime ma eloquenti scene (il principale sospettato che, ammanettato tra due carabinieri, urla la propria innocenza nell’aula giudiziaria) e, infine, la presenza dei caratteristi Fulvio Mingozzi, Gildo Di Marco, Tom Felleghi e Corrado Olmi.
A police detective investigates the mysterious murder of a girl, killed in a tram during a night ride. The episode directed by Argento reflects his ideas he had already set out in his first three feature films. Starting from a situation deleted from the original screenplay of The Bird with the Crystal Feathers, the Roman director, who here signs himself Sirio Bernadotte (because at the time he did not want to diminish his image by appearing as a television director) to narrate the investigation conducted by the commissioner, makes extensive use of those elements that contributed to the success of his first films: studied and researched shots, obsession for detail (the tics of the protagonist, who continually snaps his fingers as he thinks about how to solve the puzzle), Gaslini’s pounding jazz music, use of subjectives to generate curiosity and mystery, the fundamental ‘detail’ that the protagonist cannot decode, irony and underlying humour that pervade the film (the description of some suspects, the sequence of the mythomaniac, Morini’s gaffes, always targeted by Giordani), the resolution of dramatic moments with very brief but eloquent scenes (the main suspect who, handcuffed between two carabinieri, screams his innocence in the courtroom) and, finally, the presence of character actors Fulvio Mingozzi, Gildo Di Marco, Tom Felleghi and Corrado Olmi.