Sabato 31 ottobre ore 10.30
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Domenica 1 novembre ore 10.30
ore 10.30
in streaming
dal canale YouTube del Trieste Science+Fiction Festival
La fantascienza è il neorealismo del futuro. Scrivevano così, sessant’anni fa, alcuni critici dei «Cahiers du cinéma», in piena era atomica e agli esordi dell’avventura umana nello spazio. Affermazione che oggi, agli inizi del Terzo millennio, sembra più vera che mai. Perché nella fantascienza ci viviamo dentro. Perché tra algoritmi razzisti, epidemie, crisi climatica e altre catastrofi la realtà rispecchia gli scenari più dispotici della fiction.
Un corto circuito che il Trieste Science+Fiction Festival continua a indagare, dentro e fuori lo schermo, esplorando nuove frontiere, immaginando nuovi mondi, viaggiando nel tempo e nello spazio, con MONDOFUTURO: il ciclo di incontri di (fanta)scienza nato sui canali web del Festival durante il lockdown.
Sabato 31 ottobre e domenica 1 novembre alle 10.30 MONDOFUTURO torna con due maratone di incontri.
La mattina di sabato 31 ottobre è dedicata al mondo della scienza con l’astronauta Luca Parmitano, la meteorologa Serena Giacomin, il celebre fumettista creatore di Rat-Man Leo Ortolani, la giornalista scientifica Roberta Villa e Barbara Mazzolai direttrice del Centro di Micro-Biorobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera.
Una mattinata spaziale, ma non solo. Con l’astronauta italiano dell’Esa, che ha trascorso 366 giorni nello spazio nel corso di due missioni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, il Festival della Fantascienza di Trieste vi porta verso la Luna e oltre. Vi fa fare invece un viaggio indietro nel tempo con Leo Ortolani e il suo “Dinosauri che ce l’hanno fatta” (Laterza) e vi porta a caccia di bufale climatiche con Serena Giacomin che presenta il libro “Pinguini all’equatore” (De Agostini). E poi, spazio alla pandemia e all’infodemia con Roberta Villa e al futuro della robotica, con Barbara Mazzolai e il suo progetto europeo Growbot che mira a sviluppare robot che imitano le piante.
La mattina di domenica 1 novembre è dedicata alla fantascienza con l’astronauta e astrofisico Umberto Guidoni, lo scrittore americano Daniel Kraus, co-autore de “I morti viventi” (La Nave di Teseo), romanzo postumo di George A. Romero, I Van Orton, autori dell’immagine ufficiale del Trieste Science+Fiction Festival 2020, il cantautore Pino Donaggio e Alfredo Castelli, l’ideatore di Martin Mystère, il detective dell’impossibile.
Se un secolo fa, nei “ruggenti” anni Venti, gli aeroplani e le automobili, il futurismo e le avanguardie, i primi strumenti di telecomunicazione e l’evoluzione del cinematografo scandivano le tappe del progresso, disegnando un mondo nuovo e il nostro immaginario popolare, oggi, sospesi in un questo tempo pandemico, dove stiamo andando?
Trieste Science+Fiction Festival vi invita a salire a bordo: destinazione MONDOFUTURO.
Allacciate le cinture. Ma siete avvisati: non ci sono passeggeri sull’astronave Terra, siamo tutti membri dell’equipaggio. E il contagio – questo il messaggio che Paolo Giordano ha lasciato durante il primo viaggio di MONDOFUTURO – è un invito a pensare che siamo la specie più invadente di un fragile e superbo ecosistema. Ma è anche la misura di quanto il nostro mondo sia diventato globale, interconnesso e fragile. Fragile di fronte a un organismo piccolissimo, microscopico, che non è sbarcato da un’astronave aliena.
Se la fiction è una fuga dalla realtà, ma anche un modo per comprendere il mondo là fuori, la scienza è la chiave per trovare soluzioni. E allora ancora una volta, tra doc & talk, il Trieste Science+Fiction Festival approda nei laboratori di ricerca e nelle pagine di libri e fumetti per interrogarsi sul nostro futuro e su quello del pianeta.